Migliorare la rete stradale è una priorità per le merci
Focus economia - A podcast by Radio 24

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L'affermazione del sistema logistico nazionale passa per l'ammodernamento della rete viaria. Ne sono convinti Anita (imprese di autotrasporto e logistica aderente a Confindustria) e Federlogistica (Conftrasporto-Confcommercio). Basti pensare che su un totale di 582,1 miliardi di tonnellate di merci movimentate in Italia nel 2023, l'87% è stato trasportato su strada. E le proiezioni di Aiscat (concessionarie autostradali) e Nomisma stimano una crescita dei volumi di traffico su strada del 31% tra il 2015 e il 2030.La rete stradale italiana, osserva Anita, è tra le più vetuste d'Europa. Lo sviluppo dell'infrastruttura, infatti, si è fermato alla fine degli anni 70 del secolo scorso, con il 50% dei manufatti costruiti entro il 1970. La rete autostradale, in particolare, richiede interventi urgenti, non solo per rigenerare l'infrastruttura obsoleta, ma per adeguare la capacità di trasporto. Sostiene Davide Falteri, presidente di Federlogistica: «Anche costruendo tutte le opere ferroviarie progettate o in cantiere, dal Terzo Valico alla Napoli-Bari, dal Brennero alla Tav Torino-Lione, la quota parte di merci che si riuscirebbe a trasferire dalle strade alla ferrovia varierebbe dal 2,5 al 3,5%. Certo un risultato importante, ma non tale da spostare l'asse della mobilità nel nostro Paese, dove solo il 12% delle merci viaggia in treno e (con l'eccezione delle autostrade del mare) il resto è di competenza esclusiva dell'autotrasporto». E le ultime notizie che arrivano dal trasporto ferroviario merci non lasciano ben sperare: l'Autostrada ferroviaria alpina (Afa), che trasportava le merci lungo l'asse tra Torino e Lione attraversando il traforo del Frejus, è stata costretta a cessare l'attività dallo scorso 21 aprile, senza che allo stato sussistano prospettive di ripresa. Il motivo è da ricercare nei tagli ai finanziamenti da parte dei governi italiano e francese: l'assenza di contributi pubblici rende il servizio economicamente insostenibile.Il commento di Pasquale Russo, Presidente di Conftransporto, ai microfoni di Vincenzo Miglietta.Accordo Ucraina-Usa, cosa prevede?Nella notte del 30 aprile la ministra dell'Economia ucraina Julija Svyrydenko e il Segretario al Tesoro Usa Scott Bessent hanno annunciato di aver firmato "l'Accordo sulla creazione di un Fondo di Investimento per la Ricostruzione Stati Uniti-Ucraina". L'intesa prevede che il fondo venga finanziato dai ricavi derivanti da nuove licenze nel settore dei materiali critici, del petrolio e del gas e venga gestito congiuntamente da Kiev e Washington, mentre la proprietà delle risorse e del sottosuolo resti pienamente ucraina. In cambio gli Usa riaffermano il loro impegno per la sicurezza, anche militare, dell'Ucraina.C è la terra, è vero, al cuore del mineral deal . Ma non solo le terre rare di cui si è tanto parlato dal momento in cui il presidente americano le ha indicate come merce di scambio per recuperare i soldi spesi in Ucraina. E non ci sono soltanto, al centro, neppure le altre risorse minerarie ed energetiche ucraine a cui gli Stati Uniti si sono aggiudicati un accesso privilegiato: anche se consapevoli del rischio di svendere il Paese senza avere in cambio un impegno adeguato nel confronto contro la Russia, le autorità ucraine hanno comunque voluto trovare un compromesso con la Casa Bianca pur di mantenerla al proprio fianco e incentivarla a proseguire l alleanza, sperando come ha detto alla vigilia il premier Denys Shmyhal che l accordo possa diventare «un segno tangibile del sostegno degli Stati Uniti» per la protezione, lo sviluppo e la ricostruzione futura del Paese: la vera terra.L'intervento di Antonella Scott, Il Sole 24 Ore. Big Tech alle prese con i dazi TrumpApple e Amazon registrano conti solidi e oltre le attese tra gennaio e marzo, quasi 42 miliardi complessivi. Ma le guerre commerciali globali scatenate da Donald Trump e soprattutto le offensive contro la Cina costano care, pesano sull outlook e richiedono revisioni del business.Apple, in particolare, ha offerto iniziali previsioni sull impatto negativo in arrivo dai dazi, quasi un miliardo nel trimestre a fine giugno. E ha annunciato che nei tre mesi in corso la maggioranza dei suoi prodotti per il mercato statunitense non arriverà dalla Cina ma dall'India e dal Vietnam come abbiamo raccontato nei giorni scorsi. L India sarà patria degli iPhone, il Vietnam dei restanti gadget, da iPads a Mac, da Apple Watch a AirPods. Al di là di giugno ha aggiunto che è nebbia sull outlook. Lo sforzo per Apple è quello di rassicurare investitori e consumatori dal rischio di eccessivi rincari e danni a fatturato e profitti del gruppo, che ad oggi assembla gran parte dei suoi prodotti in Cina.Il Ceo Tim Cook ha dichiarato che nell'insieme la politica dei dazi, se non cambierà (un grande se nella strategia imprevedibile di Trump), aggiungerà 900 milioni ai costi sostenuti dall'azienda nel trimestre a giugno, una cifra che potrebbe peggiorare ulteriormente. "Assumendo che le attuali rate delle tariffe non cambino per il resto di questo trimestre e non ci siano dazi aggiuntivi, stimiamo l'impatto in 900 milioni aggiuntivi per i notri costi", ha detto. Oltre, ha continuato, è arduo guardare: "E' molto difficile fare previsioni più in là di giugno".Marco Valsania, Sole2Ore è intervenuto a Focus Economia.Ceramica, i timori dei produttori italianiLa guerra commerciale scatenata da Trump inizia a produrre risultati concerti. Soprattutto su settori come la ceramica italiana che arriva ad esportate il 75% della produzione e che vede negli Usa il principale mercato extra Ue.Per capire che aria tira è utile ascoltare chi, come Confindustria Ceramica, è appena tornata da Coverings, la più importante fiera nordamericana per la ceramica mondiale che si è tenuta ad Orlando. Tra corridoi affollati, stand curati come showroom, musica ed eventi, l'evento racconta la sfida dei 1.100 espositori da 40 Paesi per reagire all'incertezza del mercato a stelle e strisce dopo l insediamento di Trump e la prima tranche di dazi.L affluenza superiore alle attese va a braccetto con effettivi segnali di ripresa dell'export oltreoceano per il Made in Italy che potrebbe però essere una fiammata legata all'incetta di scorte da parte dei distributori ma è una notizia tanto inattesa quanto preoccupante a segnare la 35esima edizione del salone, che chiuderà domani all'Orange County Convention Center di Orlando: la decisione dell'amministrazione americana di chiudere senza misure antidumping l indagine sulle importazioni di piastrelle indiane. Un accordo che potrebbe essere un effetto collaterale delle trattative bilaterali sui sui dazi tra Usa e India.Il commento di Armando Cafiero, direttore generale di Confindustria Ceramica.